Le feste e le tradizioni popolari di Terracina

Le feste e le tradizioni popolari di Terracina

Tra sacro e profano, la bellezza e la ricchezza delle tradizioni che si perpetuano nelle feste e nel folklore della città di Terracina

Sacro e profano, solennità e divertimento: sono questi, gli elementi che più caratterizzano gli eventi legati alle secolari tradizioni delle città italiane.

Anche Terracina fonde sapientemente il fascino e la sacralità del culto religioso con le espressioni più entusiastiche delle tradizioni e del folklore popolare.

Il novembrino patrono San Cesareo è legato essenzialmente alla parte alta della città e alla tradizione contadina, mentre la Madonna del Carmine, festeggiata nel mese di luglio, investe di suoni, colori e profumi il Borgo Pio e la comunità dei pescatori.

FESTE POPOLARI – SANTI

SAN SILVIANO: 1° maggio
SANT’ANTONIO DA PADOVA: 13 giugno
MADONNA DEL CARMINE / FESTA DEL MARE: prima domenica successiva al 16 luglio
MADONNA DELL’ASSUNTA: 15 agosto
MADONNA DELLA DELIBERA: 8 settembre
SAN DAMIANO: 26 settembre
SAN CESAREO: prima domenica di novembre

 

SAN SILVIANO

La leggenda racconta che Silvano fuggì dall’Africa del Nord assieme al padre Eleuterio, a causa della persecuzione dei Vandali, stabilendosi a Terracina, l’antica Anxur dei Volsci.
Nel 443, morto il vescovo GiovanniSilvano (Silviano) fu chiamato a succedergli, ma rimase in vita solo nove mesi e dopo di lui fu eletto il padre Eleuterio.  Un latercolo del Martirologio Geronimiano al 10 febbraio, porta “in Terracina il natale (cioè la morte) di S. Silvano vescovo e confessore”; questo titolo di “confessore”, inizialmente, era dato ai confessori della fede, cioè ai martiri, questo ci fa pensare che S. Silviano sia morto martire, tenuto conto anche della brevità del suo episcopato e la sua ancora giovane età. Unico ricordo del santo sono iresti di un’antichissima chiesa e monastero, molto famosi nel secolo X, che si trovano fuori Terracina, alle falde del monte Leano, di fronte alla via Appia Nuova. La tradizione manoscritta dei testi e l’uso popolare di essi, hanno trasformato di volta in volta il nome in Silvino, Salviano, Salviniano, Silviano; è certo che il nome deriva dal latino Silvanus e significa abitante del bosco; era chiamata così l’antica divinità romana, parallela al greco Pan, protettrice delle selve, delle greggi e dei campi; di solito raffigurato con una lunga barba e una folta chioma coronata di pino.

Il santo si festeggia nell’omonima contrada il 1° maggio. Una folla di fedeli, soprattutto agricoltori, si ritrovano per una processione che parte dalla piazza del Municipio e, percorrendo la via Appia antica, termina nella chiesa a lui dedicata. Durante il tragitto vengono istituiti dei punti di ritrovo, imbandite con i prodotti tipici del nostro territorio.

SANT’ANTONIO DA PADOVA

Il suo vero nome era Fernando di Buglione, nato a Lisbona (Portogallo) nel 1195. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino. Nel 1219, a 24 anni, viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d’Assisi. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli, dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Per circa un anno e mezzo vive nell’eremo di Montepaolo. Su mandato dello stesso Francesco, inizierà poi a predicare in Romagna e poi nell’Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell’Italia settentrionale proseguendo nell’opera di predicazione. Il 13 giugno 1231 si trova a Camposampiero e, sentendosi male, chiede di rientrare a Padova, dove vuole morire: spirerà nel convento dell’Arcella.

A lui è dedicata la chiesa che si trova nella frazione di Borgo Hermada, in piazza IV Novembre. La sua festività ricorre appunto il 13 giugno.

MADONNA DEL CARMINE / FESTA DEL MARE

La domenica successiva al 16 luglio, ha luogo la Festa della Madonna del Carmine, o Festa del Mare, la quale occupa un posto speciale nel folklore terracinese. La festività s’identifica essenzialmente con il quartiere della Marina e intrattiene un autentico rapporto “culturale” con il mare, specialmente dall’inizio del secolo scorso, quando la Madonna del Carmine fu assurta a patrona della comunità dei pescatori. La Santa Messa, che si celebra nella Chiesa del SS. Salvatore, nel quartiere Borgo Pio, in pieno centro, e la processione a mare (che partendo dalla chiesa percorre le vie del centro fino a giungere al porto, nei pressi del molo) appartengono alle più radicate tradizioni storico-religiose del nostro territorio.

MADONNA DELLA DELIBERA

Le origini del culto  della  Madonna della Delibera in Terracina (la cui celebrazione ha luogo l’8 settembre) non sono sufficientemente documentate. Nondimeno è certo che, nel secondo decennio del Quattrocento, l’immagine della Vergine era venerata nel preciso luogo dove ancora oggi si ammira. Ed era la stessa che i fedeli vengono a visitare ai nostri giorni.  Vari indizi, però, fanno ritenere che il culto ivi a Maria tributato sia più antico, forse di secoli. Esso risale almeno al Trecento, quando sul posto sorgeva una edicola rurale, non dissimile dalle tante disseminate lungo le strade di campagna, che per secoli  ai viandanti hanno offerto un richiamo alla fede e, anche, un riparo dalle intemperie. Ma nulla sappiamo circa il tempo, le circostanze, i motivi che indussero uno o più fedeli a costruire la primitiva edicola. Una cosa tuttavia è certa: in essa vi era raffigurata, quasi sicuramente sul muro, la Madonna col Bambino in braccio. Motivo che fu ripreso ed immortalato nell’affresco che, con proporzioni maggiori ed arte ben superiore, fu realizzato nella chiesa eretta all’inizio del Quattrocento, e rimane intatto nell’attuale santuario, cominciato a costruire nel 1889 ed aperto al pubblico nel 1896. Alla custodia del luogo di culto mariano si avvicendarono singoli eremiti, sino alla fine dell’Ottocento; e ad essi succedettero i missionari dell’amore Divino di Gesù, dal 1901 al 1910, mentre ora, ne sono custodi i padri cappuccini. Dall’insieme delle testimonianze, una cosa risulta sicuramente provata nel corso di circa sette secoli, nel cuore della terracinese Valle dei Santi, mai venne meno il culto mariano. In fatti, non vi è assolutamente posto per una pretesa cessazione del culto che si sarebbe verificata in tempo “immemorabile” e che la leggenda dell’invenzione “miracolosa” (animali che sostano riverentemente presso l’immagine sepolta) farebbe supporre. È uno dei riflessi sociali ed “urbanistici” del fatto religioso. Non a caso oggi, intorno al Santuario della Delibera, sorge un popoloso quartiere.

SAN CESAREO

La prima domenica di novembre si festeggia il Santo Patrono di Terracina, Cesareo. Diacono di origine africana (come San Silviano), egli si trasferì a Terracina all’epoca dell’imperatore Claudio (I sec. d.C.). Fu martirizzato per ordine del governatore pagano della città, in quanto aveva cercato di sottrarre un giovane fanciullo di nome Luciano da un sacrificio previsto in onore del dio Zeus. Entrambi furono gettati dalla rupe di Monte Sant’Angelo.